Peschici e le grotte di mare
CENNI STORICI
Le origini di Peschici, secondo due storici ecclesiastici, risalgono al periodo degli Schiavoni o meglio chiamati Slavi, intorno al 970, che furono convocati da Ottone I per liberare il Promontorio del Gargano dai Saraceni.
Una volta scacciati i Saraceni dal Gargano, l’imperatore ricompensò gli Slavi dandogli la possibilità di occupare il campo di San Vito in Gargano con due Colonie, una chiamata Vico e l’altra Peschici. Probabilmente è da questa influenza balcanica di origine slava che ne deriva il nome Peschici, in quanto pès e pèsc in slavo significa sabbia e sempre dallo slavo pjèskusa, dal russo pèski, si riferiscono al suolo sabbioso.
Gli attacchi Saraceni alle coste del Gargano furono numerosi dall’866 al 969 e terminarono nel X° secolo.
Sicuramente nell’ XI° secolo Peschici era abitata, come testimonia il documento della Chartula offertionis del 1053, che si trova in Santa Maria di Devia.
Nel corso degli anni a seguire, durante il periodo feudale, Peschici passò sotto il dominio di diverse contee tra le quali Lesina e Monte Sant’Angelo e quando fu dominata dagli Svevi trascorse momenti di tensione durante la contesa tra l’impero e il papato; nel XIII° secolo insieme ad altre città pugliesi come: Bari, Monopoli, Vieste e Trani assedia la città di Almissa sulla costa Dalmata.
Durante il periodo delle Repubbliche Marinare, Venezia controlla i traffici verso l’Oriente incluse le coste adriatiche dove tra il 1470 e il 1590 Peschici compare su 22 carte, tante delle quali eseguite da geografi della Serenissima.
Dopo la strage di migliaia di vittime avvenuta a Vieste nel 1554 a l’assedio di Tremiti, furono costruite dieci torri lungo la costa che dopo cinque anni diventarono 21 e tra le quali oggi possiamo ammirare quella di Monte Pucci.
Dopo la guerra l’aumento della popolazione e la continua emigrazione non fanno crescere l’occupazione e il tenore di vita. A partire dal 1960, solo grazie al fenomeno del turismo, la situazione registra dei miglioramenti ad oggi evidenti e in forte crescita.
I TRABUCCHI
I Trabucchi sono una presenza tipica della costa di Peschici, che ne conta ben sette, gli unici trabbuchisti ancora in vita e capaci di costruire un trabucco risiedono a Peschici e fanno capo alla Famiglia Ottaviano e Fasanella. I Trabucchi hanno una architettura molto complessa, fatta di pali di legno che si intrecciano a fili e carrucole, essi sono uno strumento molto efficacie, specie sul nostro litorale, per la pesca del pesce di passaggio. Il loro metodo è semplice e consiste nell'immergere nel mare una grossa rete a sacco sostenuta da svariate antenne, su di queste si posiziona una vedetta che dall'alto riesce a vedere l'arrivo del branco di pesce ed al suo segnale le persone presenti sul Trabucco iniziano a girare una ruota che tramite una fitta e complessa rete di fili e carrucole alza il sacco della rete dal mare ed imprigiona il branco di pesce. Questa pesca è stata praticata per molto tempo e sfrutta le migrazioni dei branchi di pesce da nord a sud dell'adriatico. Oggi svariati Trabucchi sono diventati dei ristoranti molto caratteristici dove si può gustare il pesce dopo averlo pescato.
LE TORRI
Fin dalle origini la storia di Peschici è profondamente legata al mare ed ai suoi pericoli. Il borgo fu fondato, infatti, nell'XI secolo da un manipolo di soldati slavi inviati nella zona da Ottone I per far fronte alla minaccia dei saraceni. A memoria di una storia secolare di attacchi ed incursioni restano oggi alcune torri costiere erette nella seconda metà del Cinquecento per difendere il territorio da pirati e corsari.
I fortilizi si levano su alte rupi a picco sul mare, in posizione dominante e panoramica rispetto all'Adriatico: tale ubicazione risulta strategica e funzionale all'avvistamento ed alla segnalazione delle navi nemiche. Le torri hanno base quadrangolare e presentano la forma di tronchi di piramide; l'accesso avveniva dal lato rivolto verso i monti per mezzo di scale retrattili in legno, successivamente sostituite da rampe fisse in muratura.
Le feritoie, invece, che fungevano anche da finestre, erano aperte nelle pareti laterali. Ogni torre doveva essere visibile da altre due torri: l'avviso delle imminenti incursioni di giorno avveniva per mezzo di segnali di fumo di notte per mezzo di segnali di fuoco oppure ricorrendo al suono di campane o di corni. Talora venivano anche inviati dei messaggeri a cavallo ad allertare la popolazione locale.
Tra le torri superstiti la più famosa è sicuramente quella di Monte Pucci che regala ai suoi visitatori un panorama meraviglioso. La torre, arroccata sull'alta roccia calcarea, avvolta dall'esaltante profumo di pino misto a quello del mirto, ha perso l'originario coronamento e come le altre della zona presenta dimensioni assai ridotte che ne attestano la funzione di avvistamento e non, quindi, difensiva.
LE GROTTE DEL MARE
Le grotte di mare, sono disseminate lungo la costa, precisamente tra Vieste e Mattinata, sono uno spettacolo di bellezza unica al mondo, capolavori veri e propri di architettura naturale, scavati nella roccia dal passaggio dell’acqua e del vento.